Per una come me, amante e appassionata del buon vino e del buon cibo come non potevo non innamorarmi di questa terra .
Per tutti coloro che sono alla ricerca dei veri sapori di una volta ecco a voi il posto giusto dove poter immergersi al cospetto di una storia millenaria di produzione di vite , una cultura enogastronomica fatta di cibo vero, di prodotti autentici della tradizione, di genuinità ; parola chiave di questa regione.
Quando si pensa della Toscana non si può che pensare alle distese immense di morbide colline e di prati verdi. Ogni volta che sento dire il suo nome non posso non immaginarmi li distesa su di essa, sotto ad un albero, in un picnic di prodotti tipici come salumi e formaggi (pecorino) e del buon vino.

La Toscana appartiene alle regioni vitivinicole italiane più importanti, riconosciuta in tutto il mondo. Peculiarità resa nota dalla molteplicità morfologica di territori, clima e suoli sia di origine collinare, montuosa che costiera ; sia per la storia millenaria che porta alle spalle. La produzione tutt’avvia si sviluppa principalmente sulle colline che occupano circa il 65% della regione, di fatto quando si sente parlare del territorio della Toscana ,la prima cosa che ci viene in mente è subito riconducibile Al suo paesaggio da “cartolina” mozzafiato e alla sensazione di benessere e di pace che trovi nell’ammirarla , Tipico esempio, la valle d’Orcia riconosciuta infatti patrimonio UNESCO, la zona del Chianti che si estende in chilometri e chilometri di viti .

La Toscana ha una produzione del 70% di uva a bacca rossa . Il sangiovese: vitigno maggiormente prodotto e che rientra in quasi tutti gli uvaggi di vino della regione, il canaiolo Nero e l’ansonica. Ma la Toscana non è solo fatto di vino rosso abbiamo anche se in percentuale ridotta la produzione di uva a bacca bianca : il trebbiano toscano, il moscato bianco utilizzati per la produzione del famoso vino da dessert dal colore ambrato “ il vin Santo” , il Vermentino, la vernaccia di San Gimigliano primo vino bianco DOCG della regione.
La Toscana vanta non solo specialità ottenute da uve autoctone, parlo dei super Tuscan: vini rossi che non rispettano, di proposito, l’utilizzo di uva tradizione Toscana. Ovvero i vini Bolgheri limitata zona con specialità di adattamento a vitigni bordolesi, Ne fa parte il famosissimo SASSICAIA, prodotto dall’utilizzo di Cabernet Sauvignon anziché il tipico Sangiovese. Per non dimenticare dell’ ORNELLAIA e MASSETO.

Tra le principali produzioni di vino toscano sono 5 i vini da assaggiare almeno una volta nella vita.
- Il Chianti / Chianti classico DOCG : cominciamo intanto con distinguere le diverse diciture. Il“ Chianti “ viene prodotto in una territorialità circoncisa tra Firenze e Siena, invece se si parla di “Chianti classico” la sua produzione è ristretta ed limitata esclusivamente al territorio del Chianti, considerato il migliore per la sua produzione, non per questo viene affiancato dalla dicitura “classico” che sta significare il ‘primo’, ‘l’originale’. Sono prodotti entrambi da uva Sangiovese ma il disciplinare prevede diverse normative, per il “ Chianti “ consente l’uso obbligatorio di almeno il 70% , mentre per il “ Chianti classico” di almeno 80% , ma è possibile vinificare anche al 100%. Per la restante percentuale e possibile utilizzare ( Cabernet Sauvignon, Merlot , Syrah, canaiolo o colorino ), ed singolarmente o insieme per un totale del 6% (Malvasia, trebbiano) uva a bacca bianca.
- Il Brunello di Montalcino : Chiamato “Brunello” dai paesani per il colore scuro degli acini, viene prodotto in provincia di Siena nella zona limitata di Montalcino da uve 100% Sangiovese, rendendolo un vino di grande longevità, di fatti alcuni raggiungono fasi di invecchiamento che oscillano dai 10 anni fino ai 30 in su, al fine di livelli qualitativi TOP. Il disciplinare richiede almeno 2 anni di affinamento in botti di rovere (3 anni per il riserva), con altrettanti 4 mesi in bottiglia, (6 mesi per il riserva). Non può essere immesso in commercio prima del 1 gennaio dell’ anno successivo, al termine di cinque anni compreso l’anno di vendemmia.
- Il vino nobile di Montepulciano DOCG : prodotto in provincia di Siena a Montepulciano da varietà d’uva Sangiovese grosso, noto in quella zona come prugnolo gentile (antica selezione) . Il disciplinare prevede l’uso di minimo 70% , la restante percentuale ( canaiolo nero, colorino, mammolo) ed il 6% massimo di uva a bacca bianca, ad eccezione di vitigni aromatici. Matura 24 mesi (36 per la riserva) in botte o Barrique.
- Il vin santo : ha origini leggendarie in quanto adatto a riti della messa, chiamato “vin santo” dall’usanza di svinare nel periodo della settimana santa (Pasqua). Prodotto da uve : Malvasia e trebbiano toscano , ottenuta da vendemmia tardiva, appassite ed arieggiate. Fermenta in botti piccole (caratelli) , il quale viene immersa la fecce della vinificazione precedente e la carica di lieviti. Vino etereo, vellutato ed aromatico con sentori di miele e uva passa e ricordi mandorla, vaniglia e caramello . Oltre ad essere vinificato con questa verità d’uva può essere utilizzato il Sangiovese, in questo caso si tratta di “vin santo occhio di pernice”.
- La vernaccia di San Gimigliano DOCG : citato perfino da Dante Alighieri nella divina commedia. Viene prodotto nel territorio comunale di San gimigliano, dal quale deriva lo stesso nome dell’uva autoctona, da disciplinare prevede il suo uso del 90/100% . Primo vino italiano ad ottenere la DOC ,in seguito riconosciuto come DOCG. Considerato uno tra i pochi vini bianchi adatto all’ affinamento , motivo per il quale esiste anche la riserva (l’obbligo di 11 mesi e 4 almeno in bottiglia) . Colore giallo paglierino, incline con gli anni a riflessi dorati, ricorda fiori di ginestra, miele, pietra focaia , mandorle e zafferano.