Il CHIANTI= Per i complessi aromi di ciliegia, mora e spezie e ideale per bilanciare il sapore ricco di manzo, azzeccato di fatto l’abbinamento del Peposo dell’impruneta : la sua origine risale alla classe operaia, nello specifico, artigiani e coloro che lavoravano alla fornace. Si dice che all’inizio del turno mettessero questi pezzi di carne di scarsa qualità all’interno di una pentola di coccio vicino alla bocca della fornace, aggiungevano all’interno abbondante vino, pepe e aglio per ricoprire la carne maleodorante. Altri cenni storici risalenti anni dopo, durante l’allestimento della famosa cupola del duomo di Firenze, questo piatto era tipico a sfamare gli addetti ai lavori. Oggi è realizzato con il muscolo del manzo, vino rosso, pepe, olio, aglio.
Per non parlare dell’acqua cotta: piatto povero della Maremma Toscana. Coloro che lavorava nelle campagne portavano con se un pignattino che riempivano d’acqua al fiume, immergevano qualche ramoscello raccolto, verdure di stagione, sale, pane raffermo dei giorni precedenti (perché non si butta niente) e qualche pomodorino , infine spaccavano dentro un uovo a testa . Gli ingredienti tradizionali sono cipolla, cicoria, sedano, prezzemolo, qualche pomodoro, uovo e pane raffermo.
Zuppa povera ma davvero saporita, tipica e tradizionale, rievoca i tempi di una volta, tempi duri dove arrangiarsi con quello che si aveva era una necessità. Consigliato!

Il CHIANTI CLASSICO= Rotondi, freschi e profumati: note floreali di Mammole e note fruttate di sottobosco, ciliegia e mora. Per alcuni Riserva si hanno richiami di note spezziate e balsamiche. L’abbinamento per eccellenza è sicuramente la tradizionale bistecca alla fiorentina, vitellone o scottona (lombata posteriore con filto e controfiletto divisi da osso a forma di “T” <t-bone> pezzatura da 1-1,5 kg , alta 5 o 6 cm) da griglia o brace purché al sangue. Risalente già alla storia della famiglia de Medici la quale distribuiva bistecche in abbondanza alla popolazione nella ricorrenza di S.Lorenzo; è dunque di origine anglosassone il termine “bistecca” da “beef steak”, che era il modo in cui chiamavano la carne i cavalieri inglesi presenti alla festività.
Il NOBILE DI MONTEPULCIANO = con riflessi tendenti al granato, gusto pieno e robusto, sentori di frutti di bosco (ciliegia e lamponi) bacche nere ( mora,prugna) note di legno date dall’affinamento. Lo rende un vino abbinabile a tutto il pasto, specialmente a formaggi stagionati come il pecorino senese: esistente da ricerche recenti fino all’età del neolitico fino ai giorni d’oggi seguendo la tradizione. Ottenuta esclusivamente da latte di pecora, formaggio a pasta morbida o semi dura per quelli un po’ più stagionati.
A contorni complessi come i fagioli all’ucceletto: o guisa d’ucellini come citato perfino da Artusi (nella ricetta n 343) che ho consultato avendone una copia. Sulle origini del nome ci sono due versioni, la prima sostiene che gli aromi all’interno siano gli stessi utilizzati per gli arrosti di uccellini (tipici toscani), la seconda che i cannellini ovvero i fagioli utilizzati ,tradizionalmente, con salvia e aglio venissero cotti assieme agli uccelletti. Del resto questo contorno non ha nessun tipo di carne all’interno. Gli ingredienti sono i cannellini, aglio, salvia, salsa di pomodoro, sale e pepe. Contorno davvero squisito da provare assolutamente.

LA VERNACCIA DI SAN GIMIGLIANO: per la complessità dei suoi aromi floreali di ginestra e per i sentori di miele, mandorle , zafferano e pietra focaia è adatto ad accompagnare insalate di mare, primi piatti, carne bianche e pesce e formaggi semi stagionati. L’ abbinamento toscano proposto è la panzanella: o panlavato, citato già da Boccaccio. Piatto umile utilizzato per recuperare il pane raffermo. Ci sono due teorie sull’origine, la prima nasce dall’abitudine di bagnare il pane e poi arricchirlo con la disponibilità dell’orto. La seconda nesce sui pescherecci dove i marinai usavano bagnare il pane con acqua del mare e poi mischiarlo a verdure. Anche il nome non ha origini certe, ci sono diverse teorie, la prima dall’ Unione di pane e Zanella ( zuppiera), l’altra dal significato di panzana che significa papà. Gli ingredienti utilizzati sono: pane raffermo ( bagnato e sgranato), cipolla, cetriolo, basilico, pomodoro, olio, aceto. Altro abbinamento è la famosa pappa al pomodoro, nata anche essa dall’urgenza di utilizzare il pane raffermo, è uno dei piatti più tradizionali, particolarmente a Firenze. Ha origini contadine ed è formato da ingredienti semplici e tradizionali: pomodoro costoluto , pane raffermo toscano (gnucco) ovvero senza sale, olio, basilico, sale, pepe , aglio.
IL BRUNELLO DI MONTALCINO = vino strutturato, profumo denso di frutti rossi, legno( tabacco, rovere). Elegante e nobile, ottimo da meditazione. Un classico d’autore. Abbinabile al cinghiale alla cacciatora
IL BOLGHERI = vini da spiccata bevibilita e piacevolezza, eleganti e maturi. Accompagnati da note balsamiche, sentori di frutti rossi maturi (ciliegie, more). Il Bolgheri DOC abbina perfettamente al cacciucco livornese: miti e leggende si sprecano sulle origini del nome e della nascita di questa zuppa di pesce che tradizionalmente prevede 13 specie ittiche diverse (molluschi, bivalvi, pesci da zuppa, squaletti a trancio, crostacei), ma sicuramente è un piatto “povero” genuino, tradizionale che disegna una classe sociale umile.
IL VIN SANTO =
Looks so lovely. Cheers! I hope Y’all are well. Sending Love….❤️
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Thank you ❤️ Cheers!
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My pleasure! ❤️
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